lunedì 30 ottobre 2017

c'è una ferita

C'è una ferita che mi riguarda
come un esilio
di cui faccio patria
si allunga
alle mie spalle
non ne conto la durata
non ne vedo la fine
parla un linguaggio
arcigno
che conosco

Una parola
si stringe intorno alla ferita
non mi è parente
sparge sale
non mi giunge il suo suono
il suo freddo si!

Quella culla, laggiù,
com'è vuota!

domenica 29 ottobre 2017

l'avversario

Ti promisi di accordarmi col mio 
più fiero
avversario,
ma non tenne
l'accordo e
da fratelli
l'un l'altro ci uccidemmo

il tuo corpo

Il tuo corpo
ho amato
.....non altro
e nel tuo corpo
     la tua carne,
sì, era lì per me
nel modo in cui tu sei,
.....non altro,
ci regalavamo le mani
dita per dita

accade
quando è il buio
a svegliarti e
manca ancora la parola della luce

la pazza

Quella pazza -chiedeva lei- sono io? Sono io?
Hanno segato la mia lingua
sciami di silenzi
escono dalla mia bocca
ho forse ancora qualcosa 
da salvare, qualcosa,
lì, tra i panni sporchi
quelli che mai ho voluto lavare?
Mi vogliono ancora indossare
per questo mi guardano
ho amato i miei panni sporchi
e ora ho paura -diceva-
e ho la lingua segata

ma non è ancora Domenica,
posso far aspettare
i silenzi

venerdì 27 ottobre 2017

Dilazione

Dilazione 

Lì di fronte,
in mezzo allo specchio
stavano i suoi ricordi.
Pressavano sulla spina dorsale
punzecchiavano le caviglie
con prepotenza:
immagini, nomi, idee ormai senza domani
che si vestivano di lui.
Come stare dritto?
Non ce l'avrebbe mai fatta,
i ricordi non hanno sogni
ma non voleva piegarsi
né distogliere i suoi dinnanzi ai loro occhi:
"non ora, non adesso, restate lontani, 
non è questo il momento,
...più tardi".
Chiedeva solo un rinvio

come chiede chi sa che
Dio 
non verrà



giovedì 26 ottobre 2017

il patto

Siamo nati dentro
un patto che
qualcuno ha violato.
Della sua inflessibile bellezza
ho fatto una fiaccola
ardente

vivo la mia carne
di donna

A Herry Potter

Nel mio sogno c'erano topi
anonimi
e non erano in trappola
giravano, brulicanti tra le immagini.
mordevano la carne,
strappavano lo spirito
lo facevano a pezzi,
in preda ad un violento attacco di poesia.
Nel mio sogno non c'era vita,
sognavo la paura di vivere,
la fine della giovinezza
Questo fino a tre anni fa
Poi accadde qualcosa:
la luna si mise a passeggiare
sulla mia strada
ed era allegra, crescente
aveva incontrato un topo
con l'aureola, in odore di santità,
un altro che le porgeva un fiore
un terzo con la coda intrecciata a cuore
attento a inviare cartoline di Natale con gli auguri 
senza sbagliare indirizzo
un quarto, il più romantico, suonava un valzer al violino
e la topa amata, che non era proprio una intenditrice,
ballava il rock and roll
ed erano tutti miei simili

perché io ero Miki Mouse.
A chi potrò mai raccontarlo
se non a te?



martedì 24 ottobre 2017

Quando

Quando saprò in quale
pagina rubricare
l’alba del mio giorno
-chi potrà darle nome-,
quando laggiù in fondo
le porte del mio vecchio 
tugurio
accoglieranno l'intervallo
del vento
come saluto festoso
di coloro che le hanno
attraversate 
e le radici dell' anima
-nidi agli uccelli della notte-
intrecceranno centimetri di altre radici
in una trama di poesia,
allora indosserò
l’abito da sempre
appeso alla gruccia,
leggerò la nostra storia
come l' attesa che ogni giorno
misuro:
-cercami fredda e calda,
-cercami umana

io ti sono casa

evasione

Sbatto la prima porta, sei lì
di più 
la seconda e la terza.
Sbatto la quarta porta,
di più
la quinta e la sesta sei dovunque,
casca una raffica di maniglie
ma
scarico nervi.

non sapevo di avere una prigione 
così acustica!





benvenuto

Benvenuto tra di me,
ho bucato l'alba
nell'attesa
ho squilibrato
i miei volti, le mie maschere
i miei segni. Tutto.
Mi sono vestita della durezza del marmo,
della morbidezza delle nuvole,
ho srotolato ogni centimetro
della mia carne
e contato il sangue goccia a goccia
mettendolo sulle foglie
come rossa rugiada.
Sono andata alla ricerca dei miei nomi,
dentro una campana di vetro ho racchiuso
i miei destini,
li guardavo in trasparenza
salire, scendere
camminare, correre,
moltiplicarsi come su labirinti di specchi.
Reticoli di soliloqui  appesi a
inesistenti santi del sogno.
No, non ho dimenticato nulla,
ma tu
in quale dei miei me affondati
sei giunto?

Benvenuto

un di più

c'è come un rumore
dall'altra parte
del silenzio
c'è come un di più di me che
devo sistemare
dall'altra parte della casa
Ora busso 
stracolma di vuoto,
c'è come un di più
altrove

lunedì 23 ottobre 2017

qualcuno ci ordinò

qualcuno ci ordinò di nascere
e di andare
poi dimenticò di indicarci la via
io vado 
vado 
vado brancolando
la mia testa mozza gira all'impazzata 
sui cardini del mondo
con la sigaretta in bocca
ma non so nemmeno se sono nata

ci disse anche di amare

domenica 22 ottobre 2017

potresti essere tu




Potresti essere tu



Si perdono pezzi per strada
ma tu mi hai fatto sognare,
il tuo volto si dirama in molti occhi.
Sei tanti sguardi
e sei lo sguardo a dardo
d'intermittenza che t’afferra
e non si fa annunciare

Avrei dovuto chiederti scusa 
ma le mie unghie volevano
il fremito convulso delle tue ciglia
senza un vero perché.
Ho fatto una passeggiata tra quelle ciglia
volevo guardarvi dentro.
Ecco: ciò che ho visto
potresti essere tu.

Quello sguardo si conficcava nel mio: 
era come è qualcosa 
quando è bello
aggressivo, caldo
come acini d'uva al sole, 
da sorbire a sorsi 
per brillare e far nascere
un gioco 
di occhi dentro occhi,
sguardi dentro sguardi, 
esplosioni di vita
e ho creduto in quello sguardo.

Si perdono pezzi per strada
mentre tu mi fai sognare. 
Ecco: ciò che ho visto
potresti essere tu.

la felicità è una strada corta
e forse non esiste 
a spasso
per le tue ciglia era sconfinata




























Si perdono pezzi per strada
ma tu mi hai fatto sognare,
il tuo volto si dirama in molti occhi.
Sei tanti sguardi
e sei lo sguardo acceso
d'intermittenza che se t’afferra
ti rimane dentro

Avrei dovuto chiederti scusa 
ma le mie unghie volevano
la collera delle tue ciglia
senza un vero perché.
Ho fatto una passeggiata tra quelle ciglia
volevo guardarvi dentro.
Ecco: ciò che ho visto
potresti essere tu.

Il tuo sguardo si conficcava nel mio: 
era come è qualcosa quando è bello
aggressivo, caldo
come acini d'uva al sole, 
da assorbire a sorsi 
per brillare e far nascere
un gioco di occhi dentro occhi,
sguardi dentro sguardi, 
esplosioni di vita
e ho creduto in quello sguardo
Si perdono pezzi per strada
mentre tu mi fai sognare. 
Ecco: ciò che ho visto
potresti essere tu.

So che la felicità è una strada corta
e forse non esiste ma a spasso
per le tue ciglia era sconfinata
Ecco: ciò che ho visto
e solo un modo di essere 
della felicità 




sabato 21 ottobre 2017

Senza voglia

Non aveva voglia di stare lì con lui
quella sera, né  altre.
I soliti rituali,
al solito tavolo, nella solita stanza,
la solita malinconia interna...
cene senza storia e senza lacrime
con qualcosa da inghiottire
senza nulla da gustare:
cena di teste mozze
e frappè di cenere
E loro, commensali assenti,
nel silenzio di brevi frasi
che quasi chiedono scusa:
“passa l’acqua, dammi il sale”
e quella solitudine aggrappata ferocemente
al suo sterno
che le impedisce persino il respiro
e ancora il grido a voce muta:
“voglio in prestito un amoreeee”.
Così ora dopo ora,
giorno dopo giorno
accompagnano alla tomba
una vita di coppia
senza guardarsi mai negli occhi
perché quelli ormai
non li hanno più.

Su quei giorni nessuno
getta un fiore
non c’è
richiesta di perdono

venerdì 20 ottobre 2017

il custode assente






Il CUSTODE ASSENTE
I

Sono fatta di carne
di carne e luce.
Sono fatta di carne, luce e acqua
di luce spenta.
Chi ha lasciato spegnere la mia luce?
Chi non ha custodito la fiammella?

Dentro una storia
gocciolano i miei versi.

ho commesso un fratricidio di cui non so.
come Caino,
non ero io
il custode di mio fratello
e lui non diceva nulla,
era buono -e io no-.
e non c'è un perché

Non ero solo,
eravamo in tanti
tutti contro uno
e lui non diceva nulla
era buono -e io no-.
e non c'è un perché.

Ora ho sempre un piede nella fossa
e l'altro....
Chi custodisce mio fratello
l'ucciso? Chi è?
Dov’è?

II

C’è stata forse una rivolta
Abele non ha visto,
i suoi occhi vagavano tra il gregge,
era senza custode
qualcuno lo ha abbandonato,
è come se non ci fosse,
non ci fosse mai stato-

Sono forse io il custode? Nooo
Il suo nomevolto mi
manca in modo esagerato
Sapessi che estraneità alle squame della mia pelle
ha la sua reticente presenza
come quella luminosa e insolente della luna
in un cielo di stelle.
Come soffre la luna quando cala.

Che lo guardi in faccia
il custode,
io ho perduto mio fratello,
(lasciate che lo abbracci)
ma il suo custode
ha perduto me.
E ora, chi custodirà il custode
luna
calante, calante
luna?

III

Amo la terra i suoi frutti,
le sue sagome, le sue voci, i suoi Dei
i suoi tutto, i suoi nulla
il probabile, l’impensabile, l’impossibile
il soffio del genio, il rutto dello sciocco
il paesaggio del tempo laggiù nell’Eden
e la carne e la luce,
e l’anima e il vuoto e ciò che è scrostato
e incustodito
amo ciò che non so dove mi porta
amo l’inganno

Chi ama ha sempre tanto da fare:
da nascondere e da difendere,
da perdere e da salvare,
da volere e da rifiutare
da uccidere e sacrificare
da far nascere e rinascere
senza alcuna assicurazione:
non sono io l'assicurazione di mio fratello

"Ecco l'uomo è
diventato
come uno di noi
quanto alla conoscenza del bene e del male"
Io invoco Abele

La parola chiamata "Dio"
è soltanto una bastarda assicurazione sul dolore:
COSTA il custode
e infinito è il rinnovo della polizza
chi può permettersela?
ma io
ho commesso un fratricidio di cui non so

forse ho ucciso il custode
e il custode del custode…. non ha custode:
un’infinito ingarbugliato in un’ assenza,
le mie parole non hanno più nomi,
chi è Abele mio?
Ora, morto, lo amo
lo custodirò.


















ecco



Ecco viene la terra
sei tu a portarla nel tuo sguardo
l'hai scalpellata all'acqua
e al fuoco
ed è nuda bellezza
e verità

ecco
lu tue parole ti hanno lasciato ora
abitatore
tra le mie lenzuola

giovedì 19 ottobre 2017

la forma del desiderio


Sono io che mi avvicino?
Sei come la forma del desiderio
se il desiderio ha una forma
Vorrei suscitare
in te
ciò che mi accade
quando impasto i tuoi sguardi
nei miei scismi
e balza fuori improvvisa
quella riga che io non scrissi mai
dentro quella che non scrivesti tu
Una punta di dolore nel petto
appena percettibile
quasi di soppiatto
e i miei battiti rischiano l’infarto
Faccio fatica a cercarla,
ma l'avverto.
lievito fresco nella mia farina
come un intimo bisogno
di non nascondersi più

Mi basterebbe
una parola dopo l'altra
per non dire nulla
sciocche parole
non vogliono ammettere
quanto è capace di star
fermo il cuore

lunedì 16 ottobre 2017

il bene comune



IL BENE COMUNE

Ho indossato l'abito
di un altro
mi stava a pennello
fu Venerdì
per mostrarmi a qualcuno

a weekend finito non l'ho
restituito:
era macchiato.
eh si! ho indossato disinvolto
le macchie di un altro.

qualcuno ha detto che erano 
grandi
per me erano come il bene comune
sempre così misteriose;
quasi mai sai da dove vengono.

Altri vorrebbero
indossare il mio
non sanno che non ne ho
sono nudo
come quel re: non ho
nemmeno il conforto delle macchie.

Certo che indosso vestiti che 
non mi appartengono:
come dire ad altri
che sono uno specchio?


domenica 15 ottobre 2017

Un vestito

Un vestito fatto per non essere indossato
il tuo
cucito su un corpo che non era mai
appartenuto a nessuno.
affacciato al saccheggio
di fili e aghi di una vita.
Drammatico, 
lo strappo ancora aperto
aspetta di sotto
sorella
la fodera della tua dolce voce.
C’ è un’assenza verticale/orizzontale
misura due o tre infiniti
aggrappata agli orli slabbrati,
parole che non riescono a sciogliere
la polvere,
hai esiliato il tuo pianto
e la tua pelle

E ora
solo occhi di cerbiatto

martedì 10 ottobre 2017

scatto di parola

Non c'è scatto che non le appartenga
ho messo la parola
a lottare con la vita
a rabberciarla
come un tessuto vecchio lacero
sporco.
L’ho vista slogarsi per afferrarla
nel precipizio in cui l'io-sono non penetra
nella parola e testardo
non vuole essere-detto
ma nessuna fuga
può essere concessa


L'insolenza del silenzio
non cambia la circolazione:
in qualunque stagione a casa
ci si riposa


elogio della coscienza


La farfalla variopinta
mi vola sulla spalla, sul naso,
mi ama

...è questione di smorfie,
cammini la vita e ti guardi sempre tra le gambe:
dove hai messo il piede?
e la bocca?
Devi finirla,
anche volendo
è tropo tardi per fare causa a Dio,
l'avvocato del diavolo è ormai in pensione

la farfalla variopinta
s'è posata
altrove.

Cerchi la sobrietà?
Quella pettegola non ne ha.
Sempre eccitata, 
ha piuttosto una lingua slogata, 
rovinata dai troppi distinguo, mea culpa 
confessioni, conversioni, benedizioni,
è una stranezza di quartiere,
ti pare il caso di sbandierarla ai quattro venti?

dov’ è la farfalla variopinta,
dov’ è finita? È per terra,
tra i sassi?

Ho deciso di non fermarmi
di non voltarmi indietro,
forse
.....è soltanto un dono
che io non ho.

credo ancora
che la farfalla variopinta
mi ami


fiori di luce

FIORI DI LUCE


Sei bello da così tante parti 
che non so 
dove voltarti prima.
Vorrei mi regalassi un mazzo di fiori
di luce
e lo lanciassi in fondo
tra le sabbie deserte 
del mio ventre.
Come quando a Parigi
la tour Eiffel si accende
sulla Senna:
dall’altra parte della città
il mio corpo 
si accorge di avere indosso i suoi trampoli
fosforescenti e li addenta.
Prestiti di luce,
vanno oltre la mia misura che squittisce
tra i rifiuti dei giorni in cui nacqui
Sento che il dolore
di domani
smetterebbe
di slurparmi ancora
con la sua lingua
il sangue.

lunedì 9 ottobre 2017

chi scrive...

Chi scrive ciò che io scrivo
e quando?
Non so
C’è un'offerta di me
che guizza incontro alle
mie poesie
non la conosco.
Non voglio (ri)conoscerla,
mi fa paura
perché ha ragione a
mantenersi a debita distanza
dai miei giorni 
a non fidarsi.
Io 
sono sorella di Caino
mi ha regalato i guanti
per coprirmi le sue stigmate
insanguinate,
indosso un paio di scarpe strette,
nell’ andare forte è il dolore.

Lei
ha per padre un amore

domenica 8 ottobre 2017

come le candele

Per sentirsi vive
le candele amano sempre 
la fiamma che le scioglie
e invece ... stanno morendo

L'OMBRA DEL MONDO

Quando il mondo si offrì allo sguardo
non c' era in lui utopia
solo paura di sé
della sua immensità
C'era desiderio
e passione
Cercava la parola
come se già sapesse d' un dolore
non espresso, tradito,
di un'ospitalità ingannata.
La sua ombra  -uccello rapace
sulle punte di un labirinto di lance acuminate
lo cacciò indietro.
Nell'ombra tutto accade
il passato e il presente e il futuro.....
Altrove fa capolino talvolta
fra oscure titubanze
il fremito di un volto
              desiderio
              passione.
Poi più nulla

Qualcosa
vaga
vestito di stracci

venerdì 6 ottobre 2017

mah

Mah! Tornare a giocare un po’ con te
che sarà mai?
“Spegni la luce adesso”,
non è un rifiuto
è un aprirsi
all’ invisibile
che gira gira come una ruota libera.

Tutte le luci
si spengono di colpo
e inizia il ritorno di un gioco
lontanovicino
vicinolontano
tra le tue labbra e le ....
Invisibili accenni di me
sussurri al centro del mondo
e ancora non basta
per quel che accade
e ci sta attorno 
e ci sta dentro.
Ecco attende proprio me.

Tu mi vuoi come il tutto
e il tutto è poco
entri la luce!

lunedì 2 ottobre 2017

Diario di marcia

Ho camminato molto
ma non so se ne ho fatta
di strada.
A lungo ho girato,
ma non so se mi sono mai convertita.
L’occhio incastrato nell’ orbita
fissa
percorsi invisibili
che il mio demone rende sensibili
L’oltre me
mi ha segata in due
senza appartenermi.
ma era ed è un “me”, 
una specie di bestemmia
banale

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