lunedì 31 luglio 2017

demonio

DEMONIO 

E fuggivo da te
rubavi voce agli uccelli
Non erano le cinque della sera
e le lucciole cantavano stonate 
un coro muto.

Che demonio
hai scatenato
col tuo gesto perduto,
trucidata la mia eternità
ogni nervo hai appeso a un 
chiodo capovolto
terrorizzandolo di gioia
di ogni poro hai fatto ruga.

Quel demone furioso conserva
in un reliquiario
l'aria vana della felicità slacciata
che mi desti
e non si volta

fugge per le scale del mio 
ventaglio, 
contando piega su piega 
getta altrove il mantello.

Ogni me hai messo a nudo
sotto un'obliqua pioggia.
adesso tutto è uguale,
non ho più nulla da scoprire
e tu continui a non sapere

e io so che
se sapessi
lo rifaresti
ancora e ancora

tu non conosci mai















Se dovessi dire

Se dovessi dire chi mi ha amata
di chi oggi parlerei?
Ecco non so!
Ma chi sa davvero che cos'è l'amore
io stessa, credo, tremerei.

Eri per me geniale

È inutile tergiversare
la tua assenza mi naviga,
mi nutre e mi divora,
schiaffeggia anche le ossa,
le conta ad una ad una
quasi compendiasse in sè
tutto il venir meno di una vita vuota
Vivere nell'assenza, vivere l'assenza,
lasciarsene assomigliare
e modellare
come una maschera sbilenca da indossare.
E soffocare
nel caldo, nel fredddo, nel tepore
dei giorni inventariati da
una vanitosa immortalità del cuore.
Mangiarla, berla, sorseggiarla a tratti,
tossirla a volte, digerirla mai.

Eri per me geniale

Ho sperato nel tempo
che asciugasse la lacrima e il ricordo
precipitoso.
Ma era inospitale:
il tempo non sa nulla di certe ore,
incapace com' è dei nomi del dolore.
Si, mi assomiglia ora la tua assenza.
Inutilmente il giorno brandirà il suo inizio
Anche cambiare discorso
e' come prendere a pugni l'aria 
Sempre leverà il suo canto perverso
questo me ritratto in un ignoto altrove

Eri per me geniale

Ciò di cui ho bisogno
adesso è solo
un bagno impudico
d'innocenza.



mercoledì 26 luglio 2017

questioni di metafisica strapazzata



QUESTIONI DI METAFISICA STRAPAZZATA

Ho rinunciato alla mia terra, a te, a tutto
non sapevo se ero come gli altri
oppure diversa. Un po', almeno,
o tanto.
Seminavo segnali cantando alla luna come i lupi mannari
e poi li cercavo nelle autostrade della solitudine.
Mi si è messa sotto la lingua "ogni" differenza
voleva che l'assaporassi, che la sciogliessi
in bocca.
Voleva anche che la digerissi?
Non so, non ne abbiamo parlato.
Sono andata in un' isola deserta
tanto deserta che non c'ero nemmeno io
anzi tanto deserta che non c'era nemmeno lei
E adesso che si fa?
All' alba di ogni domanda non so più dove sono
al tramonto di ogni risposta non so più se ci sono,
il mio ritratto m' ingoia

ma ciò che importa è il resto.
Che la verità non s'infuri
per carità!
Non è di lei che parlo

domenica 23 luglio 2017

Silenzio

SILENZIO

C'è una strana immobilità oggi nello spazio
non la capisco e un po' la temo
come se volesse cadermi 
improvvisamente addosso.
Ricorda quella della belva
pronta a spiccare il salto sulla preda

Se qualcosa m'accarezza
oggi o ancora 
non è il giunco che si piega al mio passaggio
né l'uscio di una porta aperta
su invisibili occhi che sai che ci sono
ma non sai se son dolci o indagatori
né il tuo ricordo 
sempre coronato di spine e
sanguinante

C'è una strana immobilità oggi sul foglio dell'anima
come se fosse cresciuto poco e
niente ci si potesse scrivere sopra
Ricorda la profonda stanchezza
di ciò che deve sempre cominciare e mai ha inizio 

Se qualcosa m' accarezza 
oggi o ancora
è il silenzio,
io non sono che una sua voce.

giovedì 20 luglio 2017

il tempo allo specchio

C' è stato un tempo,
una brusca emozione nella vita allo specchio che ho 
sempre vissuta.
Come su un trapezio volante
balzavo da una cima all'altra dei desideri:
due balzi nel poco, il doppio nell'eccesso, 
l'infingardaggine negli uni, la sfrontatezza negli altri

e io, nel vuoto, a guardare lo specchio piegarsi, 
strizzarsi, distendersi, allargarsi, 
sorridere alle mie mani con le unghie dipinte, 
aggiustarmi il cappello sul volto, 
offrire una rosa alla ruga dei compleanni, lì, 
sotto l'occhio sinistro.

C'è stato un tempo che lo specchio m'interrogava: 
"tu dei miei desideri che sai,
sei ancora una memoria elegante e slanciata?"
E' passata insieme una vita come fosse 
un attimo,
uno sguardo profondo e insieme di sfuggita 
dentro noi
nella contrazione dei giorni, delle ore, dei minuti

in un attimo insomma che, come una bella, 
si guarda allo specchio 
ed è invece una vita.  
E lì sa tutto di sé.
"Sapessi cosa riflettono gli attimi 
-diceva lo specchio-
Una vita? Come è poco una vita!"

C'è stato un tempo, 
un singhiozzo del tempo
e c'è ancora, quel tempo
ieri, domani 
o forse non c'è più.


martedì 18 luglio 2017

non amarti

No, no, non ti amavo, 
           non ti amavo affatto
guai a me!
Ma ooh! in non amarti
quanto ti amavo.

E' questo essere nuovi? 
Un grido che non si stanca e  
                              non finisce.

lunedì 17 luglio 2017

il tempo dell'attesa

Amici,
ecco “Il tempo dell’attesa”, la mia seconda raccolta di poesie edita da “il Fiorino” quale premio per la IX edizione del Concorso “Parole e Poesia”. Sono grata particolarmente alla giuria e all’organizzazione del premio in quanto hanno decretato la vittoria della mia prima raccolta “L’oltre me” edita da G.A. Ed. Quindi non di un testo particolare ma del modo di scrivere nel suo complesso. E questo, ovviamente ha un suo peso.
Dedico a tutti voi “briciole di Roccia” una delle poesie inserite nella nuova raccolta

Briciole di roccia,
il mio lascito di felicità:
nel mio specchio non vidi
che il fiore del Nulla.
Mi accecò il sole
senza illuminarmi.
Che sia ora il vento
a giudicarmi,
lui cambia direzione
ed ho speranza.

La mia vita
è stata solo
il rossetto lucido
sulle labbra della luna
quella sera che tu eri con me
e lei per noi si fece bella.

domenica 16 luglio 2017

una canzone per casa

Ora vengo, ora vengo!
Ho promesso.
Ma da dove?
Vengo da una nota
vicina e lontana
nello spartito,
quella che non fu mai suonata
forse neanche scritta o nemmeno pensata.
Non è un tornare,
è un sopraggiungere quasi d'un balzo
trascinata dal vento, controvento
ed ho sfidato ed è sfidare il tempo
ed ho saputo ed è sapere l'oltre
allungando una mano, ché qualcuno metta qualcosa
ché qualcuno prenda qualcosa
ché qualcuno faccia qualcosa
e io ci sono come per non esserci
Così mi hanno detto della canzone senza parole e senza note
e allora l'ho suonata
con una mazza da baseball
dimenticata nel sottoscala di una storia che
parlava di altri come me, che eravamo tanti
L' ho sentita cantare ai muti
l'ho vista ballare ai sordi
E' servita a sbattermi in faccia
l'audacia del mio sogno
sempre incerto sul da farsi.

Sentirsi a casa adesso
non è bello?











danza tra le stelle/ valzer tra le stelle



VALZER TRA LE STELLE 

Il corpo s'intrecciava di rosso
e di scompigliate certezze.
La danza lassù tra le stelle
si era fatta attendere a lungo 
quella sera
e scaraventava il passato
senza al di là
in un vortice di suoni
e di colori.

Il valzer dei sentimenti
morti
appartiene alle ombre,
come campanelli ribelli squillano  
e non le mollano,
nello spazio vuoto si attardano ancora.
Le loro larve tintinnano nel coro
delle stelle

Succede anche
tra i morti la rivoluzione.





venerdì 14 luglio 2017

vigilla

VIGILIA


Alla fine avevo contato anch'io:
numerose quante avevi detto
le direzioni del cuore dalla presa audace
+ 1 però
ma quella non avresti ancora potuto
vederla,
eri alla vigilia del tuo tuffo
nella mia immaginazione

giovedì 13 luglio 2017

L'occhio dell'istante

"Dove dormi?
E' con te che resterei",
disse
voltato solo in parte verso di me
sguardo a bucare il vuoto.
Sorseggiai saliva amara,
non ero ancora pronta,
tacevo.
Mi girò premendomi le spalle,
"hai perso la lingua"? chiese
"no -risposi- ma
cos'è mai la lingua se non un modo di articolare il silenzio?"
Mi guardò, lo guardai
avevo imparato da una vecchia squaw
lo sguardo di chi non vede nulla prima,
non vede nulla dopo
e improvvisamente è coinvolto.
L'occhio dell'istante trafigge sempre
come la sorpresa dell'assalto
dopo la noia sbadigliata sulla carovana
e la polvere sulle palpebre
Ecco, era quello.
"Dove dormi?
E' con te che resterei",
nessuna domanda: lo sguardo solo,
il silenzio tra noi ora non era altro che un modo di articolare la voce
non volevo più visitare sogni
non suoi.

A cullarmi era già quella
cosa che ancora
non poteva chiamarsi rimpianto






lucia

LUCIA

Volevo solo scriverti.
Quando?
Non so: ieri,
oggi,
domani,
sempre,
oppure solo qualche volta.

Volevo solo scriverti.
Di cosa?
Non so,
di nulla forse,
che importa.
Si, anche per non dirti nulla!

Per star con te nella parola.
Nella parola scritta,
comunicata,
letta,
stracciata,
cestinata,
dimenticata.

Per dirti t'amo
componendo parole.
Per dirti amore col solito sistema:
lettera dopo lettera,
fino a comporre la parola piena.

Pensare a te,
pensar di te,
pensar con te.
Perdonami.
volevo evitare l'omelia
Volevo solo scrivere Lucia


mercoledì 12 luglio 2017

la mia anima


La mia anima oggi non esiste
non ancora,
esisterà domani,
la scaraventerò in uno spazio simbolico
ove tutti ne parleranno
ma nessuno mai la vedrà
perché la mia anima oggi non esiste
non ancora
e mi odia per questo.

martedì 11 luglio 2017

l'accattone di sogni

Quando di notte il respiro della tua nudità
si fa più lieve
e trema il sangue
negli incubi del tuo sguardo
e lo squalo del dubbio morde
e ti inchioda sulle immagini di una storia a brandelli,
e scopri che è la tua,
ecco, l'accattone di sogni visita
il tuo desiderio.
È la sua ora, egli affiora
e tu lo vedi
Non venirgli a raccontare
che non vuoi, non sai più sognare
come un ladro
ti ruberà ciò che non sai di avere

è accattone
di sogni non necessari
scaraventaglieli  tutti contro





Non sembrava

Non sembrava nemmeno bella

eppure si fece strada
tra gli sguardi
come una vibrazione di luce
che taglia l'ammutolita sera
e illumina anche
ciò che nel buio la terra
vuol celare.
In un non-luogo che tutti conosciamo
la chiamarono
vita
e non sapevano quel che dicevano.
Serve a chi non è
docile.

Oggi sono stanca e non andrò da nessuna parte
non cercatemi

lunedì 10 luglio 2017

facilità perduta

FACILITA' PERDUTA

Non è facile
per nessuno
eppure deve esserlo,
tutti lo vogliamo.
Fa male che non sia facile
e anche che non lo sia per nessuno
-nel corpo
una martellata continua dell'anima

Un tempo accadde, 
quel ragazzo sull'uscio portava i calzoni a righe
dritte
e mi guardavano
fu facile dirgli: si
Cambiò i calzoni, ora le righe erano a fantasia
un po' confuse
e mi guardavano
fu ancora facile
Gli altri calzoni erano a tinta unita
-e accadde e non accadde e accade ancora,
ma lui, il suo sguardo a righe?


facilità perduta




domenica 9 luglio 2017

viaggio in sé stessi



VIAGGIO IN SE STESSI


Aspettavi
per non aspettare
muovendoti immobile
e come un doppio sospeso
ma su cosa?
Di cosa era fatta l'attesa dell'andare?
Il cappello calato su mezzo viso,
l'altro diffidente a inseguire racconti
tuoi, non tuoi,
a permettere loro di appoggiarsi al tuo bastone
a custodirli in bolle di sapone pesanti, leggere,
inseguendo binari venuti a svernare come rondoni
Occhiata a stiletto
orecchio che sapeva piangere
e quella tua solita incapacità di salire sul tuo stesso treno
destinazione ignota
un pezzo di te che andava, andava andava
un pezzo che restava, restava, restava
Ma dove?
Restava forse a guardare/rincorrere il pezzo che andava?


Insaziabile fame













odio e felicità

Devo avere per te
un odio profondo
se mi permette di starti vicino
camminando a ritroso

l'odio non è mai un ripiego
e dal dolore ci si medica
ma non si guarisce


Scampoli di felicità
si vendono nella bancarella
accanto, correte
acquistate
-nessuno cerca
-nessuno trova
le persone
che non sono mai state felici

l' amore non è mai un ripiego
e dalla felicità non ci si medica
nemmeno quando è solo un ricordo





venerdì 7 luglio 2017

Vorrei essere ricordata



Scappò il tempo per cent'anni
e non bastò a finire un giorno
non so se vorrei essere ricordata
per altro che per la mia attesa di te
ti attendo come un albero le foglie a primavera
in mezzo al tempo della tua eternità
in mezzo agli anni del tuo secolo
in mezzo ai mesi dei tuoi anni
in mezzo alle ore dei tuoi giorni
in mezzo ai minuti delle tue ore
Porrò l'attesa sui pattini del tempo
e del non tempo
ti correrà veloce incontro
e lenta
ti sorpasserà
ti doppierà
come la punta di un faro lunare
la mia navefantasia
Non so se vorrei essere ricordata
per altro che per il mio nome,
tu l'hai pronunciato
assaporando il mio sesso nello sguardo
della tua labirintica immaginazione
tra il fuggi fuggi di parole eunuche


Si, io oso
voglio essere ricordata per la mia superbia
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 



debito poetico 3

Questa mia lirica è stata presentata con successo al contest "Il volo di Esterina: intorno ad un verso riuniamo gli affini"
Il contest proponeva ai partecipanti di agganciarsi ad un verso (a loro scelta) di un poeta italiano del 900 e di costruire in ideale continuità una propria lirica. Io ho scelto un verso di Davide Rondoni che a sua volta si agganciava ad un verso di Dante, portando in certo modo avanti una operazione analoga a quella suggerita da G. Cerbino. Ho celebrato così quello che ho chiamato "Debito Poetico": nessun poeta nasce dal nulla


DEBITO POETICO

"Io m'intuo come tu ti immii"
....
darti questa carezza è il segreto del mondo?
immiati, m'intuo e"
(D. Rondoni, Tu dici: intuarsi è segno)


Ecco l'orma desueta, la magia del dattilo straniero. 
L' impronta è di continuo, ma nel verso è discreta
Sono nella bellezza tua di contrabbando,
vado per fratte dentro il suo splendore
"Io m'intuo come tu ti immii"
quasi l' in-te dovesse a tua insaputa, essere in-me
E quell' ora-arrivo che mai mi concedesti
sgrano nei miei sensi in fuga.

Ogni giorno è altro eppure uguale
Raccoglie ciottoli di versi appena munti
Latitudini, longitudini di assenze
deste sempre quali inavvertite presenze
Sanno le une delle altre come il tempo sa di noi 
quando suona con l'armonica a bocca poesie.

A volo ho attraversato prati
che il mio stivale non osa calpestare.
Si è prodotto un qualche tramestio
qualche sussulto, forse solo un balenio.
Rovesciate allo specchio, righe intrecciate
come immagini dei nostri silenzi




mercoledì 5 luglio 2017

L' odore del corpo




L'odore del corpo
è quello di tutte le maschere
che indosso
identità precarie sulle barricate
contro il vuoto

Ho provato a contarle
una sera che soffiava il vento
e il ritratto nel quadro mi guardava
in silenzio
Non ce l'ho fatta,
diverse hanno solo un occhio
o solo la bocca
o solo il naso.

Una poi è la maschera 
di un' unghia spezzata e di un'impronta.
Insopportabile.
Anche l'odore è spezzato
spezzato anche il vuoto.

Il ritratto nel quadro è sudato
indossa la maschera di un 
risveglio improvviso
senza odore.

Qualcuno arriva da una speranza dimenticata

martedì 4 luglio 2017

lo trovai P

Lo trovai sotto la tua mano
la riempiva tutta 
addestravi le dita  
a divaricare emozioni indissociabili 
sulla pelle.
Non ricordo come ci finì
non ricordo nemmeno il momento 
in cui l'eternità fece il suo ingresso
come un'intermittenza d'amore
che non possedevo,
una prepotenza liquida 
sembrò avere risposte profonde
che non potevano attendere
e non ci fu domanda
Accaddero poi le tue labbra
fili invisibili di un destino in rosso
una rapsodia del corpo che non pensavo 
di avere

Ora io ti so intrecciato a me








sabato 1 luglio 2017

Solo una parte...P

Forse vale ancora la pena
cercare nell'ostrica la perla?
Una felicità dentro un'urna senza custode
negli intervalli di una vita
cui non chiesi mai garanzie
ma solo di lasciarsi guardare
come una sgualdrina
mentre trescava mosaici di dolore.
Eppure nulla oggi mi turba
mentre coniugo all'indicativo sulla mia
polizza d'assicurazione mai stipulata e già scaduta 
una parte della storia.

Solo una parte....

LINGUA DI TERRA

"Tu fosti la mia morte
te riuscii a trattenere
mentre tutto mi sfuggiva" (P. Celan)

LINGUA DI TERRA 

Chi abita quella lingua di terra?
Chi la parla?

Oltre ogni umano passo,
oltre la parola
v'è una lingua di terra.
Non la copre lo sguardo, 
non la sfiora la mano
né la voce o la storia.
Non la tratteggia
alcuna memoria.

Proibito, proibito.

Nessuno la creò, 
con rabbia e passione,
soffiando sulla disperazione

Tu la vedevi
a cavalcioni sul muro dell'universo
la indicavi,
era ancora in fondo
ma la tenevi in braccio.

Era la lingua 
impastata di terra/parola dissepolta
dei Senza-Tabù-Senza-Io-Senza-Domani-Senza-Luogo 
di chi ha avuto
imperdonabile pietà di sé.

Nella Terra dei Suicidi
Nessuno sparì.